3a Parte – La Sicilia in primavera: colori e profumi del Mediterraneo
Prosegue il nostro viaggio, addentrandoci nella 3 e ultima parte del nostro viaggio in Sicilia. Era cominciato sulla costa tirrenica ed era proseguito lungo quella mediterranea. Ora conosceremo la costa ionica, le sue spiagge, i suoi tesori, la sua gente. La gireremo in modo capillare e scopriremo molte particolarità che ci premureremo di comunicare e di trasmettere ai soci attraverso questa 3 parte del servizio. Il viaggio si concluderà con l’imbarco a Palermo per il rientro a Livorno. In totale 909 Km, ai quali se ne devono aggiungere altri 453 fatti in bicicletta.
Da Piazza Armerina a Cefalù lungo le meraviglie della costa ionica e di quella tirrenica e il rientro a Palermo per l’imbarco.
13) tappa: Da Piazza Armerina ad Acireale (Km. 140)
Abbiamo percorso a ritroso l’autostrada da Mulinello fino a Catania, per poi risalire ad Acireale. Punto base sono stati i Campeggi di S. Maria la Scala (Camping La Timpa) e Fondachello (Camping Le Zagare) per Luigi e Silvana. Noi invece abbiamo optato per una settimana in una casa vacanze nella zona agrituristica alle pendici dell’Etna, nel “Parco Serra” a Viagrande. Qui abbiamo lasciato il camper nel giardino della tenuta dei gestori Gae e Michele Scandura . Per una settimana ci siamo goduti la gioia di una vacanza superlativa, oltreché della compagnia di persone straordinarie. Grazie a loro visiteremo molti paesi e città della costa ionica (Taormina, Catania, Castelmola, Zafferana Etnea, Giarre). La soluzione di questa formula di soggiorno da noi adottata e che ora proponiamo, è aperta a tutti, non solo ai camperisti. E’ un’idea di vacanza e di turismo itinerante ideale per riposare e allo stesso tempo visitare la costa ionica. La Casa Vacanze “Dietro Serra” è posizionata in un luogo strategico poiché dista pochi minuti dal mare e dalla montagna. Ma non è tutto: si possono visitare Acireale, Catania, Taormina e i loro dintorni, in quanto sono località raggiungibili in poche decine di chilometri. Il bello di questo soggiorno è di trovarsi posizionati in uno degli angoli più strategici e più belli e panoramici in assoluto. Garantiamo la qualità della vacanza e della scelta di questo luogo. Vi consigliamo di provare .
Chiunque fosse interessato potrà approfondire il discorso collegandosi al sito: http://www.dietroserra.it
Sul Portolano, ad Acireale, viene indicata un’area sosta camper che noi però non abbiamo ricercato, sistemandoci nella maniera sopra descritta. La Costa Ionica orientale è viva e suggestiva, dominata dall’alto dalle pendici del vulcano. Di contro è un’area alquanto movimentata e trafficata, ricca di piccoli e grandi centri abitati, di strade strette e intricate che si susseguono una accanto all’altra. La segnaletica aiuta poco. Non per negligenza, riteniamo, piuttosto per le innumerevoli modifiche all’assetto stradale che è attualmente in atto, viste le nuove rotonde che si stanno realizzando e inserendo nel piano viario. Ad esse non fa seguito un aggiornamento tempestivo della segnaletica stradale. Però i luoghi sono di mirabile bellezza.
A cominciare dalla stessa Acireale, con il suo centro storico, la sua rinnovata Piazza Duomo, le chiese, le basiliche di S. Sebastiano e di Pietro e Paolo, le piazze e il mercato settimanale del sabato. Poi altra località da non perdere sono: Santa Maria la Scala, un piccolo borgo di pescatori ancora intatto e raccolto attorno al suo caratteristico porticciolo; Aci Castello (imponente castello normanno), Aci Trezza (da vedere i faraglioni dei Ciclopi. Secondo la leggenda sarebbero i massi lavici che Polifemo scagliò in mare per colpire Ulisse).
Anche Catania, ci ha bene impressionato. Più di quanto pensassimo. Grazie alle esperte persone del luogo che ci hanno accompagnato, l’abbiamo potuta visitare due volte: sia di giorno, nella sua dinamica vita commerciale e sia di notte. La città cambia aspetto. L’illuminazione la rende unica, diversa dalla luce solare e particolarmente affascinante. Quasi da non riconoscere. La luce trasforma e arricchisce le facciate delle chiese, dei palazzi, delle vie stesse, rendendo vivo e comunicativo quell’ aspetto artistico che il barocco sa possedere. L’illuminazione notturna di Catania sembra studiata per adornare e ravvivare le vie del centro storico. Catania è città votata alla vita serale e notturna all’aperto. Una vera passione per i giovani che pullulano per le strade fino alle prime luci dell’alba. Bar, locali, vie interne e viali di collegamento verso il centro città sono affollati in ogni occasione e in ogni stagione. Il clima aiuta molto. Siamo rimasti senza parole nel vedere questa folla oceanica di giovani e meno giovani intenta a vivere così animatamente la notte.
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14) tappa: Da Acireale e Viagrande a Nicolosi e salita dal lato sud sul vulcano dell’ Etna. (Km. 57)
La strada che conduce all’Etna dal lato sud, da Acireale a Viagrande e poi in alto a Nicolosi (entrambi meritevoli di una sosta e di un giro per i negozi di artigianato locale e di prodotti agro-alimentari rigorosamente biologici) si apre fino ad arrivare ai piedi del vulcano. La meta è il grande Parking del Rifugio Sapienza (quota 1910 metri di altitudine).
Ampi parcheggi si aprono alla fine della strada e invogliano a sostare e pure a pernottare (Euro 5 per le 24 ore). Da qui si possono compiere a piedi varie escursioni intorno ai crateri. I più comodi da raggiungere sono i crateri Silvestri, a pochi passi dal parcheggio.
Sono proprio suggestivi, per la forma ampia e rotonda che sfiora la perfezione, così come pure per la profondità dei suoi crateri interni. Il paesaggio lunare che si apre tutt’intorno lascia esterefatti. Il luogo è affascinante e quanto mai singolare. Se poi vi trovate a vivere una giornata particolarmente limpida, beh… allora lasciatevi stupire dalla vista che si gode da lassù. Ma siamo solo all’inizio delle meraviglie: dal parcheggio infatti si diparte anche la funivia che porta a quota 2.700. Poi apposite Jeep fuoristrada consentono ai visitatori di salire oltre, fino a quota 3.000, nel punto dove c’era il rifugio “Torre del Filosofo”. Di lui ora si intravede il tetto soltanto; l’edificio è stato distrutto dalla lava nel 1971. A questo punto le guide organizzano i gruppi per la visita ai crateri centrali (I prezzi non sono economici: funivia, trasbordo in Jeep e guida costano Euro 51 a persona) . Le guide attorno a ben 4 crateri di grandi dimensioni. Il cratere centrale, immenso, poi la “Bocca Nuova”, la più attiva e anche il cratere di nord – est (è la cima più alta dei quattro) sono da vedere. E’ un giro che consigliamo.
Dalla stazione a monte della funivia ci si può spingere anche a piedi (2 ore). Molti escursionisti, soprattutto turisti tedeschi, lo facevano mentre noi salivamo in Jeep, preoccupati per le muraglie di neve da superare che ancora si incontravano. Da ciò abbiamo capito che in primavera sulla cima dell’Etna la neve abbonda ancora.
Quanto alla cima del vulcano, a quota 3350 metri, la si può raggiungere prendendo contatto con il CAI , sezione di Catania (occorre prenotarsi). Apposite guide alpine organizzano “escursioni ad hoc”. I 350 metri infatti che separano la Torre del Flosofo con i crateri eruttivi sono definiti “a rischio”. La vicinanza alle bocche attive non è consigliabile: le esalazioni tossiche provenienti dal vulcano creano disturbi respiratori non da poco. Alla stazione a valle della funivia, avvertono del pericolo. Le persone cardiopatiche, asmatiche o quelle sensibili agli sbalzi di pressione sono avvisate.
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Speciale Mountain Bike sull’Etna: tour attorno al vulcano
Ciò che vogliamo ora aggiungere e riportare è qualcosa di particolare, in quanto non è riportato nelle guide turistiche. Ai camperisti e ai turisti amanti della MTB vorremmo suggerire un giro in bicicletta attorno al vulcano. E’ poco conosciuto e non eccessivamente impegnativo. Lo si può pure dividere in due parti. Noi abbiamo provato il percorso SUD, che va dal Rifugio Ariel (mt. 1700) fino al Monte Fornello (mt. 2020). L’abbiamo apprezzato e naturalmente lo consigliamo per la varietà di ambienti che si incontrano. Uno più bello dell’altro.
Descrizione del percorso = Attorno a quota 2.000 c’è una strada forestale che consente di entrare nel Parco dell’Etna e gira tutt’attorno alla cima del vulcano. Vale la pena di andare a conoscerla. Ecco il percorso per raggiungerla: Dal Rifugio Sapienza – dove noi abbiamo lasciato i camper – si deve discendere la strada principale per 3 Km in direzione di Nicolosi, fino al Grande Albergo; qui si gira a destra per poi arrivare al Rifugio Ariel. Nei pressi c’è l’entrata nella riserva protetta del Parco dell’Etna. Si entra dal cancello (vedi foto) e poi ci si addentra tra i boschi lungo la strada forestale.
In bici si pedala dapprima in piano e la strada si presenta asfaltata, ma diviene sterrata dopo qualche chilometro. Ciononostante continua a essere bene curata. Attraversa boschi di larici, faggi e betulle. Boschi fitti e suggestivi. Si direbbe un ambiente tipicamente alpino. Si prosegue in piano attraversando un’aperta radura verde che si alterna a numerosi deserti lavici, formati dalle colate di lava. La strada passa davanti a tanti rifugi da bivacco, il più noto è il Rifugio Galvarina. Si superano anche alcuni promontori come il Monte Danza, il M. Vituddi (mt. 1878), il M. Palestra (mt. 2020), Mt. Fornello (mt. 1939) e altri ancora. Il giro, stupendo, prosegue tutt’attorno al cono del vulcano per totali Km 43. Per ulteriori suggerimenti: appoggiarsi al sito http://www.parcodelletna.it dove ci sono giovani guide di MTB che organizzano escursioni in bici (e non solo) con fantastiche soste panoramiche e degustazioni in trattorie tipiche del luogo.
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15) tappa: Dall’Etna a Francavilla di Sicilia – Gole della valle dell’Alcantara – (Km. 76)
Siamo discesi dall’Etna dal lato nord puntando su Zafferana Etnea (meritevole la visita a questo centro e alla piazza del paese, alla chiesa e al panorama che si affaccia sulla costa ionica dalla terrazza del parco inferiore). Siamo poi discesi a Giarre e in autostrada abbiamo preso la direzione per Giardini Naxos. Qui abbiamo imboccato la SP 185 e risalito la Valle del fiume Alcantara. Una strada sinuosa, racchiusa tra dolci colline ricche di coltivazioni, conduce a Francavilla di Sicilia e poi a Castiglione. Nel fondovalle scorre il fiume omonimo, l’Alcantara, le cui acque sono di un verde smeraldo intenso, così particolare per quelle zone da farci ricordare i torrenti carsici friulani. Le sue gole sono formate da pareti di roccia lavica caratterizzate da bizzarre forme geometriche. In estate il livello delle acque del fiume si riduce per via delle secche e dei prelievi per le irrigazioni agricole. I turisti possono allora entrare, con appositi stivali a coscia lunga, camminare lungo il letto del fiume e incunearsi nelle gole.
100 metri di suggestiva visione di queste originali pareti strette e a picco. Le rocce hanno bizzarre quanto originali forme geometriche. Nel periodo primaverile il fiume è nel pieno del regime di portata dell’acqua. Quindi le gole sono inavvicinabili. Si possono ammirare da questo punto dove noi ci siamo immortalati (è una passeggiata comunale con libero ingresso. Le scale portano sulla riva del fiume); altra soluzione: sono visibili dall’alto. In questo caso occorre passare per la biglietteria. Il costo è di 5 Euro). Lo spettacolo delle gole merita lo stesso anche se non è possibile entrare in acqua. Dove dormire con il camper: esistono più aree, soprattutto verso Francavilla. Però noi ne abbiamo proprio inaugurata una comodissima che è stata aperta proprio nel giornpo del nostro arrivo. E’ situata di fronte all’entrata del parco delle gole. E’ una piccola area sosta, però molto funzionale e bene organizzata. Può accogliere 10, 12 camper . Questo il numero del cellulare del proprietario 329 – 0368136). In bicicletta dall’area ci siamo spinti a Francavilla, per visitare il centro e il convento dei frati minori cappuccini che ha origini cinquecentesche. All’interno si trova un museo con alcune celle dei frati che testimoniano come queste persone vivevano. Poi molte sale ricolme di attrezzi per le loro attività di sopravvivenza in quei tempi. Dall’ingresso del convento: un bel panorama dell’Etna e di Castiglione. Sempre a Francavilla, però spostandosi verso il fiume Alcantara, è stata ideata una bella passeggiata lungofiume; parte da Francavilla, aggira la collina del castello e costeggia il fiume per alcuni chilometri. Le foto per contemplare quel paesaggio sono d’obbligo.
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16) tappa: Dalla Valle dell’Alcantara a Taormina, a Castelmola e poi Messina (Km. 112).
Riteniamo inutile presentare le bellezze di Taormina. La sola vista del teatro greco, opera d’arte assoluta, incorniciato tra la vista del mare da una parte e dell’Etna dall’altra, lascia impresso uno dei ricordi più piacevoli di tutto il viaggio. Ma c’è ben altro da vedere. Situata in una posizione stupenda, su un altopiano di 200 metri sul mare, Taormina delizia per il suo panorama ineguagliabile a 180°. Inoltre il centro storico ha innumerevoli palazzi e monumenti di valore storico – artistico. La via principale, Corso Umberto I, è zona pedonale di altissimo livello per i suoi negozi, ristoranti, bar. Ai lati viuzze e scalinate si diramano tra case e profumi di dolci fatti in casa e tanti fiori alle finestre, sulle porte e nei giardini. Per pernottare: molte le aree per camper nei pressi (A Giardini Naxos). Per il parcheggio invece si possono utilizzare i grandi spazi appositi ai piedi di Taormina. Poi ci si può servire dell’autobus navetta che porta al paese. Ma è a Giardini Naxos (5 Km da Taormina) che si trovano le aree sosta complete per camper, nonché una spiaggia dorata e numerose testimonianze archeologiche da visitare. Però noi desideriamo parlarvi di Castelmola. Ci ha estasiato questo paesino.
Una vera sorpresa per noi. Dovevamo andare con persone del luogo per conoscerlo e apprezzarlo appieno. Pensavamo fosse una novità per tutti. Ignoravamo invece quanto piacesse a personaggi del calibro di Liz Taylor e Richard Burton o di Burt Lancaster e quanto qui si mescolassero alla gente comune e vivessero in anonimato durante i loro soggiorni. Castelmola è un paese di aerea bellezza: regala panorami imponenti, superiori alla stessa Taormina. Viene definito “il paese dei panorami “. Sovrasta Taormina di 200 metri e con i suoi 529 metri sopra al mare offre scorci straordinari. Perderli sarebbe un delitto. Oltre alla strada si può salire a Castelmola anche a piedi ed è una camminata molto particolare ed avvincente. La consigliamo, sebbene richieda un certo impegno. Si sale in 90 minuti. Si parte da Taormina (poco fuori Porta Messina) e si sale lungo un’ampia scalinata a gradoni larghi che facilitano il passo e riducono la fatica. Si arriva al Santuario (Madonna della Roccia) e poi, con ulteriori 40 minuti di ascesa, si arriva al centro del paese.
Il sentiero è un passaggio obbligato tra agavi, fichi d’india, aloe e fiori gialli che abbelliscono il cammino e il paesaggio. Il paese è a picco sul mare e colpisce subito la particolare pavimentazione geometrica che si distribuisce per tutto il paese. E’ realizzata con un mosaico di pietre laviche bianche e nere. Se invece si vuole raggiungere Castelmola in camper c’è posto nel piccolo parking (in primavera non è così affollato) all’ingresso della porta dei Saraceni. A piedi si accede subito alla piazzetta principale, dove si trova il Duomo di S. Antonio. La disposizione delle case, dei vicoli strettissimi, della pavimentazione, delle scalinate strette e tortuose affascinano e premettono quello che poi lascerà senza fiato: i punti panoramici della costa. La vista del mare, da Messina a Siracusa, e la visione dell’Etna dal quel promontorio, ripagano dell’impegno per il percorso svolto. Qui è rinomata la produzione del vino alla mandorla. E per chi desiderasse trascorrere una serata goliardica, il Caffè – Ristorante Turrisi, nel cuore del paese, lascerà piacevolmente esterefatti. Di nuovo siamo costretti a dire: provare per credere.
Di Messina abbiamo molto poco da dire, se non per sottolineare le difficoltà che abbiamo avuto con il camper. Non ci sono aree o punti sosta in città e quindi non abbiamo potuto visitarla. Anzi, a tal proposito, vorremmo avvertire i camperisti che esiste un campeggio a nord della città, nei pressi del Pantano Grande, in direzione del faro in punta, che non viene menzionato. E’ indispensabile per chi desidera visitare la città o la punta a nord e la bella zona di mare e di spiaggia che lì si estende.
A noi, e ad altri equipaggi, era stato consigliato di andare verso la Punta del Faro di Capo Peloro, oltre la località Ganzirri. Sconsigliamo tale soluzione. Ci siamo inoltrati in un luogo che poi si è rivelato intricatissimo, con stradine strette, piene di macchine in sosta su ambo i lati. Alcune vie sono prive della segnalazione indicante “il vicolo cieco”. Un disastro. Sarà che ci siamo capitati a tarda sera, sarà stata la pioggia battente che in quel momento ci aveva colti di sorpresa, sta di fatto che tra quelle vie e viuzze ci siamo persi e poi incastrati tra le file di auto. Infine, siamo finiti nei vicoli ciechi tra le case. E’ stato difficilissimo uscirne. Manovre complicatissime per tornare poi a Messina, due ore dopo, nel cuore della notte, stanchi e provati. Non conoscendo la zona, meglio andare a colpo sicuro: entrate nel campeggio indicato a Ganzirri, a nord di Messina.
17) tappa: Da Messina a Oliveri e Tindari (66 Km).
In autostrada, da Messina, siamo arrivati a Oliveri e ci siamo sistemati presso l’area di sosta “Azimut” (12 Euro tutto compreso). Molto bella la zona. Qui i ristoranti offrono il pesce a prezzi accettabili. Oliveri dispone di ampie spiagge e di passeggiate lungomare. La più interessante è quella ai Laghetti Marinello (10 minuti a piedi dall’Area). Sono specchi d’acqua formati dall’alta marea che si trovano isolati rispetto all’ampia fascia di spiaggia sabbiosa che si protrae in avanti. Luogo di oasi naturale ideale per la nidificazione dei volatili e tanta flora e fauna acquatica intorno. Suggestive anche le rocce e le pareti che li sovrastano, sulla cui cima troneggia il Santuario di Tindari. Questa costruzione, recente, è meta di pellegrinaggi ed è fonte di richiamo turistico – religioso per la presenza della Vergine Nera bizantina. All’interno, ricostruita con quadri in mosaico, la storia del suo ritrovamento.
Fuori dal santuario invece una piazza a terrazza si affaccia sul mare e attira i visitatori per il bel panorama sulle spiagge sottostanti. La veduta spazia da Capo Calavà fino a Capo Milazzo. Dall’area sosta Azimut, di Oliveri, è possibile prendere l’autobus per raggiungere il santuario. Noi ci siamo saliti a piedi utilizzando un sentiero alquanto scosceso e maltenuto che passa da Oliveri sotto all’autostrada e poi aggira il colle si affaccia sul mare e che gradualmente si spinge tra 2 vallette interne verso l’abitato di Tindari. Superbe le panoramiche della costa dall’alto del sentiero. Il Santuario, di recente costruzione, ospita una Vergine di colore che è stata rinvenuta dal fondo del mare da una nave bizantina affondata. Tindari è meta di pellegrinaggi in maggio e in settembre. Per il rientro a Oliveri abbiamo provato, invece, a percorrere a piedi la strada. Non è stata una bella idea: la strada è stretta, piena di curve, priva di marciapiedi e molto trafficata. Inoltre si allunga di parecchio poiché fa un giro largo e all’interno che non conviene (7 Km ). Meglio rientrare con l’autobus di linea. Molti anche i ciclisti che si cimentano nella salita al Santuario. La strada si presta ed è invogliante. Però lo consigliamo solo alle persone bene allenate. Non è cosa per tutti.
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18) tappa: Da Oliveri a Cefalù (Km. 125)
Cefalù: è un incantevole villaggio di pescatori, ora anche zona turistica ricca di attrattive e di cose belle da vedere. Il Corso Ruggero divide in due parti l’abitato: la parte occidentale del paese è tipicamente medievale; quella orientale, più ampia e con molto verde parchi e giardini e ville, era con ogni probabilità una zona residenziale riservata ai ricchi del tempo. Nel cuore di Cefalù si innalza il sontuoso Duomo costruito nel 1100 in pietra dorata. Bellissimi i suoi mosaici all’interno, sui cui risplende nella parte alta dell’abside il Cristo Pantocratore a testimonianza della sua luce nel mondo.
Dove sostare: ci sono due aree sosta sul lungomare, vicinissime al centro e bene segnalate. Anche nel Portolano. Entrati nel paese e superata la ferrovia, occorre proseguire diritti eprendere la terza strada a sinistra, quella dell’accesso al mare. La prima area è molto spaziosa. e non ha problemi di capienza. E’ upriva di corrente. Altrimenti, uscendo dall’autostrada, a 5 chilometri da Cefalù ci sono 2 campeggi sul mare; sono disposti uno accanto all’altro. Offrono buoni servizi. Il prezzo è uguale quasi a quello dell’area. Noi ci siamo sistemati, nel primo dei due Camping perché aveva un’ottima piscina, una spiaggia con vista sul promontorio di Cefalù.
Da qui il rientro a Palermo e l’imbarco per Livorno. Da ricordarsi infine che arrivati al porto di Livorno, al suo interno c’è un’area sosta dove è possibile trascorrere la notte. Attenzione però: esso si trova dalla parte opposta rispetto al molo d’imbarco della Compagnia GNV. Dista circa 5 Km. Non è segnalato e per trovarla facilmente consigliamo di seguire la segnaletica che indica gli imbarchi per la Sardegna e Corsica delle Moby Lines. L’area è molto funzionale, è provvista di acqua e pozzetto; curata e pulita; è protetta perché per raggiungerla bisogna oltrepassare un punto di controllo con tanto di sbarra e di guardiani che si trova 150 metri prima. Arrivando è sulla sinistra. La notte l’area è sicura, tranquilla e bene controllata. E’ gratuita.
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CONCLUSIONE = Abbiamo compreso attraverso il nostro viaggio che la Sicilia è un concentrato di vita, di tesori, di natura, di paesaggi e persone. Ogni angolo racchiude infatti capolavori in cui storia, territorio e tradizioni si fondono insieme e divengono “capitale” di arte e cultura ricco di valori umani. La popolazione locale è parte integrante. In Sicilia si vive il fascino più profondo del Mediterraneo. Esso si evidenzia attraverso l’attaccamento delle persone alle proprie radici. Abbiamo avuto la netta sensazione che questa terra abbia ampi potenziali e grandi risorse qualitative di sviluppo e di crescita per un miglior stato di vita e di cooperazione.
Abbiamo notato quanto siano le stesse persone del luogo ad avvertire l’imbarazzo del proprio sistema sociale e lo stato di crisi permanente in cui sono costrette a vivere. Inquinamento, sporcizia ai bordi delle strade, disoccupazione, sfruttamento insano del territorio, disorganizzazione amministrativa, abusivismo edilizio, cementificazione selvaggia… sono problemi presenti da secoli nella loro vita quotidiana. Li avvertono, li riconoscono. Ma sanno altresì, e proprio sulla loro pelle, quanto siano duri e difficili da sradicare. Ma le potenzialità ci sono. Si avvertono maggiore coscienza, sensibilità e potenzialità critica verso tali tematiche. Come uscirne? Gradualmente. Spetta ai giovani entrare in scena. Loro solo possono comprendere quanto le bellezze che li circondano siano un patrimonio da salvaguardare e da sviluppare. Occorre adoperarsi per far capire loro quanto questo territorio, con i suoi incantevoli paesaggi, siano un “investimento” culturale, sociale, etico. Ma non solo: anche e soprattutto politico. Occorrono scelte supportate di più alti valori di rispetto dell’ambiente. La Sicilia, se protetta adeguatamente, può garantire vita migliore per tutti.
“Pertanto, cari giovani, la Sicilia, la Vostra e nostra cara Sicilia, occorre proteggerla, tutelarla, preservarla, valorizzarla. Oggi più che mai. Questa terra, patria di grandi pensatori, scrittori, cultori, è una grande terra. Giovani, sappiate considerarla, sappiate apportare su di lei giusti equilibri di sviluppo e non di sfruttamento o degrado. Sappiate tutelare i tesori che vi circondano come essi realmente meritano. Solo così avrete gli elementi per lo sviluppo e per nuove condizioni di vita. Siate consapevoli, giovani, del patrimonio straordinario che possedete”.
Con questo diario noi crediamo di dare un piccolo quanto doveroso contributo per tutto ciò che abbiamo visto e goduto. A nome di tutto il club, l’augurio di un buon viaggio a coloro che vorranno compiere in camper il giro di questa meravigliosa isola mediterranea utilizzando l’occhio vigile e attento della salvaguardia e del rispetto.
Fabio Martorano
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